BADA – 20 YEARS LEFT – 2°EDIZIONE – 7/8/9 OTTOBRE 2022

Illustrazione di Marta Punxo
È arrivato quel momento…
La desertificazione culturale portata dalle politiche neoliberiste e il riscaldamento globale che si fa avanti sulla natura prosciugano il pianeta e la nostra voglia di riscatto per quell’altro mondo possibile che a distanza di molti anni ancora continuiamo a immaginare. Al di là dei singoli gesti che ognunə può compiere, è arrivato il momento di un cambio di paradigma collettivo.
Negli ultimi anni abbiamo visto numerosissimз scienziatз e compagnз analizzare il fenomeno e altrettantз mobilitarsi contro il sistema che ha reso possibile questa catastrofe. Chi reagisce viene ignoratə, vessatə, repressə o uccisə. Ciò che vogliamo fare come collettivo è metterci in ascolto di quelle realtà che lottano e tentano con pratiche oppositive e insieme propositive di sabotare questo ciclo inesorabile di sfruttamento che ci divide in Global South e Global North.
E cosa potremmo fare noi, atomi indipendenti e itineranti con i nostri banchetti di autoproduzioni per una questione così complessa e imperante? Intanto unirci al coro di chi ha iniziato a chiedersi:
Cosa produciamo?
Come lo produciamo?
E con quali energie?
Per chi fa DIY questi concetti sono particolarmente familiari, come lo è la percezione della sostenibilità che è fondamentale per portare avanti i propri progetti con indipendenza rispetto alle condizioni economiche. L’adattabilità e la capacità di usare le nostre mani, può aiutare a influenzare o addirittura distruggere il modo di vedere i nostri bisogni energetici e produttivi?
Durante l’ultimo Climate Social Camp di Torino si è riflettuto sul fatto che abbiamo circa vent’anni per fermare il surriscaldamento globale allo stato attuale. Come BADA vogliamo creare un momento di incontro collettivo per riflettere su questi temi: proveremo a farlo durante il festival, insieme alle realtà e individualità che affrontano queste questioni da tempo e le attivano con la lotta ogni giorno.
Chiediamo alla galassia delle autoproduzioni di raccogliere angosce e speranze riguardo i vent’anni caldi che ci attendono e metterle su carta.